I luoghi Cristiani nel Ghetto

All’interno del Ghetto si trovano anche delle chiese, che andremo ora a conoscere. Quella nell’immagine qui sopra è San Tommaso ai Cenci. La famiglia Cenci, una delle più antiche e potenti di Roma, che ha espresso nel IX secolo un Papa, Giovanni X, e successivamente alcuni Conservatori, non era di origine ebraica, ma si occupava anche di commerci, per cui il Ghetto era il posto giusto per stabilirsi, ed era una delle poche famiglie ad avere, lo Juspatronato, cioè la gestione ordinaria e straordinaria di tutta la chiesa, e non soltanto delle singole cappelle. L’iscrizione funeraria romana murata al centro sopra le porte, è dedicata a Marcus Cincius Theophilus.

Questa è una delle facciate di Palazzo Cenci costruito attraverso i secoli, e articolato in più corpi, che avevano al loro interno anche tre torri. Osservate bene la parte destra della foto, quella è ciò che rimane di una di queste.

I Dioscuri sulla scalinata del Campidoglio

Avete presente le statue dei Dioscuri (Castore e Polluce), in cima alla scalinata del Campidoglio? Cosa c’entrano con il Ghetto? Ebbene, è proprio lì che stavano! Nel II secolo a.C. fu costruito un tempio in loro onore nella zona del Circo Flaminio e vennero ritrovati quando i Cenci decisero di ampliare il loro palazzo a metà del ‘500.

Un’altra chiesa, che affaccia su Piazza delle Cinque Scole, è Santa Maria del Pianto. Fino al 1546 si chiamava San Salvatore de Cacaberis, dalle botteghe di fabbricanti di caldaie, catini e vasi di rame che erano nella zona, e cambiò nome a causa del fatto che un’immagine della Madonna avrebbe pianto nel vedere che, dopo una lite, due persone sembrano riappacificarsi, ma, nel momento dell’abbraccio, uno dei due accoltellava l’altro. Un’altra ipotesi, piuttosto di parte, spiega il pianto di Maria col fatto che gli Ebrei non volevano convertirsi.

Avete già visto quest’immagine nel primo articolo sul Ghetto; il portale sopra la scalinata è l’ingresso della chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, costruita nell’VIII secolo e rimaneggiata più volte. Le due testimonianze artistiche più significative all’interno, sono: l’altare di Giacomo della Porta (seconda metà del ‘500) e un affresco della Madonna con Bambino ed Angeli di Benozzo Gozzoli (metà del ‘400)

Ma la chiesa più interessante e alla quale sono legate molte curiosità, è San Gregorio della Divina Pietà. Innanzitutto pare che qui vi fosse la casa dove nacque San Gregorio Magno, che fu uno dei Papi più importanti del primo periodo della Chiesa, tra il 590 e il 604. Altra particolarità è l’iscrizione sopra il portale, in latino ed ebraico, che riporta la seguente frase del profeta Isaia: “Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri; un popolo che mi muove di continuo a sdegno”. La frase si riferisce, ovviamente, agli Ebrei. In questa chiesa si effettuavano, il sabato, le cosiddette “prediche coatte”: gli abitanti del Ghetto erano, cioè, costretti ad assistere alle messe con cui il Papa cercava di convertirli, ma loro mettevano dei tappi di cera nelle orecchie, per non sentire, e quindi questi tentativi di conversione, ebbero avuto scarso successo.

Altra curiosità legata a San Gregorio è questa buca per le offerte. In questa chiesa operava la Congregazione degli Operai della Divina Pietà, che assisteva le famiglie di buona condizione cadute in disgrazia, e quella piccola fessura che vedete sopra, nella foto, serviva proprio per mettere il danaro in forma anonima.

Questo curioso portico semicircolare, che si vede guardando a sinistra da Piazza Giudia, è il cosiddetto Tempietto del Carmelo fatto ostruire nel 1759 da una famiglia di droghieri, a protezione di un’immagine di Santa Maria del Carmine, e veniva usato dai Gesuiti, per il battesimo pubblico dei convertiti. Nell’immediato dopoguerra vi si installarono due ciabattini e, quando loro si trasferirono, il locale rimase completamente abbandonato. Alla fine degli anni ’90 si decise di restaurarlo e ci vollero 4 anni solo per rintracciare le chiavi, e un anno per il restauro.

In Piazza delle Cinque Scole c’è questa fontana, che originariamente si trovava all’inizio del Portico d’Ottavia, dove ne è rimasto il disegno sul pavimento. Il progetto è di Giacomo della Porta , ed era sormontata da una “Menorah”, e al suo fianco si innalzava un palo dove, una volta l’anno, venivano messi all’asta gli oggetti dati in pegno e si amministrata la giustizia secondo alla legge mosaica.

Questa palazzetto non è nel Ghetto, ma a Trastevere, in Vicolo dell’Atleta, chiamato così perché qui fu rinvenuta la statua dell’Apoxyomenos ( colui che si deterge ), che ora si trova ai Musei Vaticani, ma questa è anche la facciata medioevale dell’antica Sinagoga.

Il prossimo articolo sarà sulla Basilica di San Giovanni. A presto!

Pubblicato da marco biordi

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